«Senza andare troppo lontano, molte testimonianze scritte sulla guerra partigiana che si celebra tutti i 25 d’aprile contengono precise istruzioni su come non cadere nella trappola clausewitziana del “contarsi” in vista della battaglia campale, dell’urto frontale risolutore.
Riluttanti, tocca combattere in campo aperto, cercando con le code degli occhi vie di fuga (“la fuga non è una sconfitta”), mentre generali allucinati sognano le Termopili. Cercare vie di fuga, daga alla mano, recitando come un mantra la strategia 35, “inganno dei cerchi concentrici”: quando affronti un nemico potente, non concentrare tutte le risorse su una sola linea strategica; mantieni contemporaneamente diversi piani d’azione in uno schema generale.
Diversi piani d’azione. Il mondo continua a esistere, oltre i lembi della battaglia campale, oltre la gola dove qualcuno vorrebbe bloccare i Persiani (che intanto – loro sì – applicano l’ottava strategia).
La vita è altrove, e la lotta anche. Come diceva qualcuno: la comunità umana è il nostro ghetto di riferimento.»
citazioni casuali di WuMing, di augurio e di insegnamento a chi si sta preparando per la partenza. Tenete in vista una via di fuga con la coda dell’occhio, e se incontrate il Buddha per strada, uccidetelo.
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